NOVEMBRE

La nostra copertina di novembre 2016, è la copertina di NOVEMBRE.

No, non è un gioco di parole.

E’ Novembre il cognome di Fabio. Architetto fantasmagorico che disegna metafore che celebrano “LA FORMA COME CONTENUTO”,espressione che accompagnala pubblicazione del suo lavoro e in vendita nelle edicole.

Anche pizzofalcone cerca di dare contenuto sostanziale alla forma che esprime, o meglio, che cerca di esprimere.

Dalla Storia, che deve essere letta e studiata, non semplicemente vista alla TV e ascoltata alla radio, od anche sfogliata nei tabloid o discussa al bar di prima mattina.

Ma anche entrando qua e là su argomenti diversi per rappresentare voci diverse non convenzionali su argomenti vissuti da chi li conosce e li tratta senza aver piedistalli di prestigio, con la stessa capacità, come il nostro vicino di casa che pensiamo non abbia esperienze oltre quella del mestiere che vive e che noi conosciamo, anzi, che crediamo di conoscere perché sappiamo di lui soltanto il “buongiorno” e “buonasera” degli incontri sulle scale la mattina o la sera.

Un po’ essere fra la gente. La gente “nostra” degli stessi valori e della stessa volontà di fare cultura con i contenuti “insieme” con la forma.

Questo mese è il “quasi fine anno”. Come un “quasi rete” dell’indimenticabile Nicolò Carosio delle partite di calcio.

Nella nostra Storia a fine di un ottobre ci fu la vicenda di Caporetto ed ai primi di un novembre la celebrazione della vittoria di quella guerra, la Grande Guerra, che si arricchisce di altri spunti.

In particolare, ripercorre quegli anni in un percorso che si chiama “DAL PIAVE ALL’ISONZO”, ritornando indietro a quello che una pubblicazione recente, “Dall’Isonzo al Piave”, edita dalla Fondazione Giolitti con patrocinio dell’ Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, che vorrebbe ripristinare un po’ d’ordine sui cent’anni che gli studiosi di ogni provenienza dibattono su quella Grande Guerra. Dal Piave all’Isonzo non perchési proietta verso il finale vittorioso di Vittorio Veneto, ma perché risale la ritirata di Caporetto per tornare a Caporetto, “a capo di Caporetto”. Quel “capo della matassa disordinata di un gomitolo arraffato da tante mani con tanti scopi diversi.

Nella stanza di questo novembre pizzofalcone presenta un approfondito esame, assai preciso e competente, della marcia verso le trinceedi quei soldati austriaci, germanici, francesi, russi dell‘agosto del 1914, eguiti poi dai nostri e da tanti altri dal mondo: è un’analisi molto puntuale di nostro nuovo “acquisto” (veramente non l’abbiamo comprato…..), Giuseppe Esposito, chiamato “ Oipe’” dai suoi compagni di corso di Nunziatella, di professione dirigente in unistituto bancario importante, e appassionato cultore di Storia ed Arte.

La “bella” parentesi indimenticata di Lucio Martinelli in Libano è all’atto finale: leggendo e rileggendo le puntate precedenti, nell’ EPILOGO che qui si rappresenta, c’è tutto il pathos di chi senza aspettare onori fa rivivere gli stessi giorni di una storia che continua e sembra che ancora un abbia un epilogo.

Il TERZO POZZO DI PIZZOFALCONEpropone una soluzione non onerosa per risolvere un’idea che vuole rifasare senza traumi un progetto di rilancio culturale ed organizzativo della Nunziatella, come premessa di un successivo intervento di più largo respiro.

IRONMAN è Marcello Viggliotta, un altro nunziatello di molteplici attività, dalle missioni fuori area come veterinario militare, a sportivo interdisciplinare e…… si fa prima a citare quelle che non pratica….., che qui raccoglie il desiderio di Lukas Pelliccioni che nel numero di ottobre ci ha parlato del Triathlon, stavolta la stanza del pallonetto si arricchisce di sempre maggiori esperienze: le percorreremo anche noi?……

pizzing recupera altri graffi di altri tempi, anche se i tempi dei graffi non muoiono mai.

Dicembre è vicino. Natale, in un bizzarro divertimento di casa Cartella”, dove Dora e nipotanza si cimentano con fantasia: nell’albero improvvisato si comincia ed ascoltare il suono delle cornamuse dei pastori.

E come i pastori, pazienti e costanti, ognuno di noi si prepara allo spumante di fine anno. Quando il digiuno sarà quasi una bestemmia e la glicemia raggiungerà le stelle fino alla magìa della cometa sopra di noi.

Sarà così?