Luna – Romanticismo – Assurdo

quale Luna?

di Mimmo D’Angelo

La luna è naturalmente legata al romanticismo.

A quello con la “r” minuscola delle emozioni e passioni d’amore più o meno artificiose che pure vorrebbero essere messe in relazione con quello con la “R” maiuscola, il grande movimento artistico che nasce in Germania verso la fine del XVIII secolo, per poi dilagare in tutta Europa. Movimento che si sviluppa di fatto in tutte le forme espressive dell’Arte : Letteratura, Musica, Danza, Pittura ecc. (non a caso tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 si è svolta a Milano una bella mostra “Le mille facce del Romanticismo”)

Ed in ognuna di queste forme espressive dell’Arte la Luna, durante gli anni del romanticismo, è un elemento ricorrente.

Visto sempre con occhio appassionato d’artista, con il suo fascino, il suo mistero, la sua bellezza e la sua bianca purezza.

Oggi faremo riferimento soltanto ad un fatto un po’ singolare riguardante la Luna, il Romanticismo ed un pittore romantico che dedicò molti dei suoi bellissimi dipinti alla Luna.

Si tratta di Caspar David Friedrich, nato in Germania, uno dei più celebrati esponenti del Movimento Romantico. Autore di quadri celeberrimi. Molti, come già detto, ispirati o aventi come tema dominante la Luna.

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Caspar David Friedrich

Uno in particolare dal titolo “Un uomo e una donna davanti alla luna“ circa 100 anni dopo il grande Samuel Beckett scrisse di essersi ispirato quando scrisse il suo capolavoro “En attendand Godot”.

Capolavoro, badate bene, scritto dal drammaturgo irlandese direttamente in francese nella prima versione, rappresentata nel 1952 al Théâtre de Babylone di Parigi nel 1952. Fu scritta in francese per una forma di devozione al paese che aveva accolto Beckett durante gli anni della II guerra mondiale (partecipò anche ad alcuni episodi della Resistenza Francese). La prima opera del cosiddetto Teatro dell’Assurdo, in cui di fatto in termini d’azione non succede praticamente nulla, mentre i colloqui tra i due attori (ce ne sono un altro paio di passaggio) con le loro pause, i loro silenzi, i loro ritorni inconcludenti, ma che utilizzano comunque il linguaggio comunissimo di tutti i giorni, non aggiungono assolutamente niente.

Ma nasce un altro filo misterioso che unisce la luna, la tela del pittore, l’opera di un drammaturgo, l’Assurdo…

Come il caruso Ciàula della stupenda novella di Pirandello, che uscendo per la prima volta di notte dopo tanti anni dalla miniera, vede la luna anziché il sole, com’era abituato.

L’immagine potentemente evocativa del ragazzo-uomo “estatico”, solitario e in lacrime, nella penombra che ora modifica i contorni delle cose, è l’immagine di chi ha scoperto un valore relativo di cui era rimasto ignaro fino a quel momento.

Ah, la luna…

Già, ma quale?

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