DA GIRIFALCO I GARIBALDINI CALABRESELLI

 

Continua la “rassegna” dei reperti delle vicende storiche che dal ‘700 narrano le piccole storie di piccoli fatti che poi “hanno fatto” l’Italia.

Salvatore Tolone Azzariti

In “divisa” di Ex Allievo della Nunziatella

La testimonianza viene da Salvatore Tolone Azzariti, che DOPO LA VERA STORIA DELLE PRIMA LOGGIA MASSONICA della Terra di Calabria, già riportata in precedenza dagli “appunti di famiglia”, ricorda alcune pagine di passioni e di ideali che spinsero giovani calabreselli di Girifalco ad indossare la “camicia rossa” dei garibaldini e…..li spinsero a salire sullo Stivale per “fare l’Italia”.

 

 

……………….popolari misti, forse esagitati e raccolti qua e là in un reclutamento semimprovvisato, che indossavano i primi “jeans”, pantaloni con tela forte realizzata a Genova, da cui nei mercanteggiamenti genovesi nella lontana America divennero jeans, per l’appunto facendo il verso di quei mercanti di Genova.

 

 

E quella inconfondibile “camicia rossa” di flanella grezza, rimasuglio non venduto di una partita destinata ai lavoranti delle macellerie per mimetizzare schizzi di sangue di bestie “lavorate”, destinate a confondersi con quello di soldati in battaglia.

 

 

Ma anche segno distintivo di truppe nelle masse combattenti. E ancor più facile bersaglio per fucili, spingarde, cannoni.

Camicia che ormai è un simbolo. Il Risorgimento senza quella camicia non è Risorgimento.

Sembravano e sembrano ancora oggi venuti dalla fantasia di qualche storico o dal pennello di pittori che vagavano fra una battaglia e l’altra.

 

 

Invece erano giovani, meno giovani e anziani che avevano una loro storia personale dalla quale partivano per fare un’altra Storia, non personale ma quella di un popolo che aspirava a trovare, tutto, una Storia comune e indivisa.

Che ancora si cerca faticosamente di condividere.

 

…….A Girifalco la notizia di codesti moti arrivo a 3 di aprile del 1848 ma non suscitò molto entusiasmo in apparenza perché da parte dei capi della società carbonara “Gioventù Italica e Fratellanza non si manifestò……”

 

 

 

“………….La partecipazione fu limitata solo alla gente colta………….

……………..Gli abusi e le ignominie delle dominazioni straniere devono accendere in noi Italiani il desiderio di liberali istituzioni e della nazionale indipendenza. Codesto dei Borboni e degli austriaci è un giorno ignobile che rimembra il più grande male dell’uomo. La Schiavitù.

Homo homini lupus. ………..”

 

……..uscì un Giornale straordinario Girifalco “L’Italia Unita” di cui si stampò la prima copia il 18 gennaio 1846 sotto la direzione delle sopradette parti della quale copia straordinaria riportiamo ivi un pezzo dell’articolo del farmacista D. Pietro Todaro “La libertà è un bene di tutti e noi non ce l’abbiamo; ma non significa che DOBBIAMO rimanere oppressi in eterno; essa si conquista con il sangue e, se ce ne è bisogno noi come tutti i nostri fratelli italiani moriremo per poterla avere. …..”