LMANO SU PIZZOFALCONE

L’ASCENSORE DI MONTE ECHIA E ALTRE IPOTESI

 

di Nunzio Seminara

 

Al tempo di Lucullo e Cicerone, tanto per inquadrare un immagine storica di duemila anni fa, per quanto i censori abbondavano, la Villa Luculliana fu realizzata senza tanti clamori: dagli insediamenti a servizio della villa alla separazione dell’attuale Via Chiaja. Vero è che decideva uno, Lucullo, e i soldi erano suoi. D’altra parte il Console vittorioso aveva prestigio e potere per agire come voleva.In tempi moderni guai a disegnare il territorio come “il potere” decide.

E non sempre perché il potere non abbia competenza.

Il “Diritto”, questo soggetto invisibile che prende forma quando gli interessi insorgono,disegna la legge che nelle controversie colpisce l’arbitrio delle parti ma difende persino l’arbitrio del “potere”.

Luoghi di fascino e di Storia come Monte Echia sono la cartina di tornasole di baruffe chiozzotte che nei risvolti delle procedure, talvolta inspiegabili, rappresentano il tortuoso percorso che fa nascere il progetto della città.

A noi. Su Pizzofalcone l’Amministrazione Comunale bandisce un concorso per la realizzazione dell’ascensore sul belvedere che si affaccia su Via Chiatamone e la sistemazione dell’area del belvedere stesso.

Il progetto di Benedetto Gravagnuolo e Renato Sparacio viene prescelto.

 

Rendering del progetto Gravagnuolo-Sparacio

Apriti cielo! Cesare De Seta, illustre storico dell’Architettura, al quale una quindicina d’anni faun Amministratore comunale aveva affidato lo studio dell’area, insorge reclamando che quell’idea era la sua.

Le controversie diventano anche divertenti. Cesare De Seta, come molti, ma non tutti i personaggi di raffinata cultura, sfodera espressioni da far invidia ai caricaturisti satirici: l’Assessore diventa “Sancho Panza” e il Vicesindaco protempore è il “don Chisciotte”, riferimenti che apparvero più affini alle sembianze che alla narrazione letteraria.

Il Natale era vicino e De Seta rincara la dose promettendo in dono il libro di “Monsignor della Casa”, visto che secondo lui l’educazione non era stata rispettata.

Botte e risposte con altri soggetti che intervengono. La città trova altri stimoli per comprare giornali.

Il gruppo Gravagnolo-Sparacio cerca di stemperare i toni. Del resto aveva partecipato al concorso e che fosse, il loro, il migliore dei progetti presentati, non era una colpa.

Anzi, con signorilità e rispetto verso l’illustre De Seta, Gravagnuolo e Sparacio sono disposti a fare un passo indietro.

Ma saltando a piè pari questa diatriba che sembra essere tanto per cambiare la conseguenza di un’infelice interpretazione delle norme, purtroppo frequentissima, non si può non parlare della mano su Pizzofalcone.

 

E’ da ritenersi efficace, per il miglioramento dei percorsi, la realizzazione dei “pozzi”-ascensori, quello esistente di Via Chiaja e quello in corso di completamento sul “pizzo” di Santa Lucia, dove confluiscono percorsi pedonali e automobilistici.Lo “scoglio” di Monte Echia, con la realizzazione dell’altro “pozzo”collegato con la linea 6 della Metro Napoli si immette nei percorsi veloci della rete ferrovia veloce della città ella direttricePiazza Garibaldi-Fuorigrotta, quindi nei relativi prolungamenti fuori città ed alla rete autostradale.

 

 Sezione longitudinale dello “scoglio” di Pizzofalcone

 

L’intensità edilizia sul versante di Pallonetto, percorsa dai vicoli di Santa Maria Egiziaca e del Pallonetto sono parte integrata e costitutiva del tessuto urbano dei vicoli, caratteristica conclamata di Napoli e di grandi città sul mare come Genova, e nella Via di Monte di Dio verso il fronte di Chiatamone-Santa Lucia sviluppa invece la distribuzione più nobile di Pizzofalcone. Entrambi i tessuti sono un tutt’uno nello “scoglio” e sono imprescindibili, nonostante i progetti liberatori già esposti nel numero precedente di pizzofalcone on line, quelli dei primi decenni del ‘900 dell’ing. Nusco e di Michele Platania e di Francesco De Simone (ripresi dal volume dell’arch. Fabio Mangone), che fanno tabula rasa del tessuto fitto di costruzioni sul versante del quartiere Pallonetto-San Ferdinando. In particolare delle superfetazioni che deprimono la punta del pizzo, generando però una enorme successione di ingorghi tecnico-amministrativi dopposizioni e di contro-deduzioni delle insorgenti proprietà in gioco, rallentando, se non vanificando, il regolare rispetto delle norme, fino a negarle. Naturale ed ormai consolidato svolgimento dei grandi progetti urbani. 

Allora la soluzione più idonea sarebbe quella della successione per gradi.

Se i pozzi rappresentano valvole di scorrimento del flusso della viabilità, varrebbe congelare le idee dei parigini stravolgimenti hausmaiani, per adeguare il miglioramento dei percorsi intervenendo su alcuni punti rappresentativi: la città barocca dei poli di riferimento è sempre la guida del disegno urbano.

 

Quali idee, ad esempio

La Chiesa della Immacolatella, sconsacrata (?) e fatiscente: occorrerebbe restaurarla degnamente e riconvertirla ad una nuova destinazione, egualmente rappresentativa quale migliore e nuova vita come sede per convegni, mostre, attività musicali che, di supporto all’Archivio di Stato contiguo ed alla vita culturale di Monte Echia, potrebbe, al polo opposto del Teatro Politeama, definire l’asse delle vieMonte di Dio-Santa Maria Egiziaca come un segmento di attrazione per la città, favorito dagli accessi dei due pozzi-ascensori di Piazza S. Maria degli Angeli e del belvedere su Via Santa Lucia.

 

 

La Chiesa dell’Immacolatella a Pizzofalcone

 

La Caserma Bixio

E’ il tappo sulla Via di Monte di Dio.

 

Oggi svolge una funzione di servizio della Polizia di Stato. Era, l’area dove è ubicata, quella dei “quartieri militari”, di presidio e ancor prima “di vedetta”,ultimo baluardo della terraferma sul marePer farla partecipare alla vita di Monte Echia dovrebbe essere integrata alla sua vita sociale e culturale.

Il trasferimento della sede dell’ex IV Reparto della Celere, oggi Reparto Mobile, risulta sempre complicato.

Dai primi del 1955 è la sede sognata dagli Ex Allievi della Nunziatella per un ampliamento delle strutture della loro casa, la Nunziatella, fin d’allora non proprio consone alla vita di una Scuola Militare moderna.

Molte promesse. Molte speranze. Fino al 1984.

 

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Versante a mare della Caserma Bixio

  

Piccola storia bixiana dell’ultimo secolo.

Da “quasi sempre”, nella Storia del prestigioso Istituto militare della prima scuola, la notizia della sua chiusura e del suo trasferimento in altra sede si ripeteva. Per essere precisi si dovrebbe partire subito dopo i moti della Rivoluzione Napoletana e poi dai primi anni del 1800, dalla metà dell’ ‘800 quando fu trasferita a Maddaloni (1855) da Ferdinando II di Borbone che riscontrava la presenza di spiriti rivoluzionari (espulsione illustre fu quella di Francesco De Sanctis, docente ancora venerato fra gli Ex Allievi, che divenne il primo Ministro della Istruzione del Regno D’Italia, e famosissimo nella storia culturale italiana).

Poi, quando “le casse” dello Stato Italiano languivano, il caso volle, ma non fu proprio un caso, che i Savoia ne rilanciarono il prestigio con il giovane Vittorio Emanueledestinato a diventare III, che la frequentò nel 1883. Fino a quando la Nunziatella, alla fine del secondo conflitto mondiale,fu “salvata” dalla sua chiusura per merito dell’Ex Allievo Mario Palermo, Sottosegretario alla Guerra. Quindi continui sussurrii nei corridoi della Difesa alimentarono qualche sussulto Istituzionale per il suo trasferimento o chiusura, il più delle volte dovuto sempre “alle cassepubbliche. Vicende che in altra occasione potranno essere riprese, soprattutto nel filone della Storia non solo di Napoli , ma di quella Italiana per vicende che ineriscono proprio alla Storia Patria.

Tornando al tema che riguarda “La mano su Pizzofalcone”, occorre citare una serie di iniziative “difensive” che la tenacia dell’Associazione Ex Allievi condusse nel 1984, quando il Consiglio Nazionale dell’Associazione assegnò ad una propria Commissione la redazione di uno studio articolato per il miglioramento della funzionalità della Scuola. Il gruppo era costituito daEx Allievi, gli Archh. Giacomo Falomo e Carlo Curatoli e l’Ing. Mario Campagnuolo, che ipotizzarono l’ampliamento nella caserma Bixio, ovvero nella sede IACP sottostante sul versante di Via Morelli, presentando anche motivazioni non lusinghiere per il supposto trasferimento nella Caserma Gen. Nicola Marselli (…..Ex Allievo corso 1842), logisticamente scomoda ed inadeguata, alternativa che l’Istituzione militare aveva indicato.

A quel tempo il Ministro della Difesa era Giovanni Spadolini, il quale, scrisse al Presidente della Giunta Regionale, che era un fan dei “nunziatelli”, la sua ferma contrarietà circa l’acquisizione della Bixio e ribadiva la inadeguatezza della Scuola per le nuove esigenze didattiche e formative.

 

 

Planimetria generale dell’ampliamento verso la Caserma Bixio

 

 

 

Proposta-progetto della distribuzione degli spazi nella Caserma Bixio

Piano terra

 

 

Proposta-progetto della distribuzione degli spazi nella Caserma Bixio

Piano primo

  

Progetto-ideogramma assai corretto, che rispettava, guarda caso, anche le prime informazioni che riguardavano il sottosuolo della “Napoli sotterranea, non sconvolgendola con ipotesi ciclopiche, cioè una proposta seria per la fattibilità di un progetto non invasivo, anche se si trattava di un ampliamento di posti-Allievi fino al numero di 450, quasi il doppio di quelli che frequentavano la Scuola in quegli anni, sia con l’acquisizione della Bixio sia, in ipotesi alternativa, con l’acquisizione della sede IACP su Via Morelli.Aumento degli Allievi comprensibile, per fare della Nunziatella un centro significativo della formazione di una “prima scuola militare, visto che a quella data ancora non erano state riaperte laltra Scuola Militare dell’Esercito di Milano, la Teulié, il Collegio Navale Militare di Venezia, il Morosini e l’ultima Scuola Militare dell’Aeronautica di Firenze, la Dohuet.

 

 

Proposta per l’acquisizione degli spazi dello IACP

Planimetria generale

 

 

 

Sede dello IACP visto dalla Nunziatella

 

IACP e Nunziatella visti da Via Morelli

 

Ultima ipotesi del gruppo di lavoro, serio e competente, fu quella di un’adeguata ristrutturazione degli spazi esistenti edi un loro ammodernamento. 

A corredo delle proposte del gruppo di progettisti si allegavano le dichiarazioni favorevoli formulate per iscritto dalla Giunta della Regione Campania e del Comune di Napoli, dove l’Associazione Ex Allievi ebbe in Giuseppe Catenacci, alto Dirigente della Regione ed Ex Allievo della Nunziatella, un valido alleato-promotore del “convincimento” Istituzionale e della risonanza che in quei giorni ebbero le iniziative progettuali.

Poco tempo dopo la Regione Campania affidò un incarico al Prof. Corrado Beguinot, docente del Politecnico di Napoli, per la redazione di un progetto che fu presentato alla Difesa.

 

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Sede dello IACP di Napoli, sita al di sotto della Nunziatella

Su via Morelli – Veduta d’insieme

  

Intanto il Ministro della Difesa non era più Spadolini. Poi fu silenzio. Fino a i primi anni del ‘90, quando qualcosa cominciò a muoversi.

Era, tanto per cambiare,…., il perdurare della crisi costante per le casse pubbliche.

L’Istituzione Militare, come avviene in momenti di restrizioni, si dedicava da tempo, come citato, alla revisione della propria struttura, partendo dalle basi che erano costituite dagli gli Istituti di Formazione: iliceo militare, cioé la primScuola, era per logica uno dei primissimi argomenti sul tavolo delle decisioni. Allora, come anzi citato, c’era solo la Nunziatella dal 1946, unica Scuola Militare dell’Esercito e unica nelle Forze Armate, dopo la chiusura degli altri licei militari della Scuola Militare Teulié di Milano, di quella di Palazzo Salviati di Roma e della Scuola Navale del Morosini di Venezia.

IlCapo di Stato Maggiore dell’Esercito pro tempore, il Gen. Bonifazio Incisa di Camerana, progettava intanto a Milano l’apertura di una seconda Scuola Militare dell’Esercito, riaprendo la Teulié di Milano.

Accese furono le polemiche fra gli Ex Allievi della Nunziatella. Molto “esuberanti”, perché l’affetto per la loro Scuola eraed è, assai forte e vedevano in questo programma, la definitiva chiusura della “Casa Madre”.

Poi vi fu un altro periodo di silenzio e l’iniziativa sembrò arenarsi. Ma nello stesso tempo,in silenzio, quel Gen. Bonifazio Incisa di Camerana, tra l’altro Padre di un Allievo della Nunziatella (n.d.r.: che oggi sta percorrendo la stessa carriera del Padre), che sembrò per molti non disponibile nel cercare di risolvere le esigenze della Scuola Militare di Napoli, seguiva un progetto assai impervio, riprendendo quello del 1985, cercando di favorire, per quanto fosse nelle sue competenze, il trasferimento della Polizia dalla Bixio in una “Cittadella” da costruirsi presso lo Stadio Albricci di Napoli, in “trattativecomplesse in cui fu coadiuvatoper conto del Ministero degli Interni, dal Prefetto Vito Mattera che,guarda caso, era un Ex Allievo della Nunziatella, oltre che da Ufficiali del suo Stato Maggiore, fra i quali alcuni Generali Ex Allievi.

Ancora una volta le iniziative sembrarono fermarsi. Però “le trattative” proseguivano.

Finché nel novembre del 2004 si raggiunse un primo traguardo per l’ampliamento della Nunziatella nella Caserma Bixio. Si risvegliarono i sogni degli Ex Allievi, e insieme con loro le entusiastiche partecipazioni degli stessi Enti ed Istituzioni che già nel 1985 avevano espresso pareri favorevoli, dal Comune di Napoli, alla Regione Campania, e, stavolta anche a livello dei vertici della Difesa (Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. Giulio Fraticelli) e degli Interni.

 

La Nunziatella in “rosa aranciato”

 

Male procedure amministrative, dalle Conferenze di Servizio all’ Accordo di Programma, che coinvolgevano altre Istituzioni nel progetto degli ampliamenti e dei trasferimenti,rallentarono il passo, quasi a vanificare le iniziative intraprese.

 

E, fiato alle trombe!, un paio d’anni fa si riaccesero i riflettori: le nuove speranze bixiane risorsero con rinnovati squilli di fanfare.

Alla previsione dell’ampliamento della Nunziatella per le migliori funzionalità delle sue attività, invero un po’ sovradimensionate per il numero futuro di circa 460 Allievi, più del doppio degli attuali (rispolverando l’ipotesi del 1985!), si aggiunse lo spostamento dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici anch’esso nella Caserma Bixio, trasferendovi la sede attuale di Palazzo Serra di Cassano di Via di Monte di Dio, dove non è più sostenibile il crescente impegno di attività che ormai, dal 1975, anno della sua fondazione, interessano mezza Europa.

Rinviando l’approfondimento di questa nuova “allocazione” o meglio,del trasferimento di funzioni nello stesso “quartiere”, in prima analisi la natura della proposta,allo stato, dovrà seguire procedure amministrative assai delicate,dalla titolarità degli attori in questione (Difesa, Interni, Regione, Comune, Demanio) e dagli adempimenti tecnici per le conseguenti progettazioni nelle sue diverse fasi, fino a quelle esecutive per l’avvio delle procedure di appalto. E queste sono ancor più delicate:il rispetto dell’impatto ambientale, i rilascio dei nulla osta della Soprintendenza ai Beni Artistici Architettonici e Ambientali che dovrà pronunciarsi secondo le proprie competenze sui vari aspetti che la riguardano (tessuto urbano, aspetti artistici e architettonici), le approvazioni dell’ Ufficio Regionale del Genio Civile dal punto di vista antisismico e quello Comunale per l’osservanza delle norme della disciplina urbanistica ed edilizia.

Aspetti che allo stato sollevano molte perplessità. Non di poco conto.

 

Infatti, la questione è abbastanza più rilevante del progetto di Gravagnuolo-Sparacio, che riguarda semplicemente un “pozzo ascensore”, in ultimazione,e la piazzola-belvedere in superficie, opera ancora in corso di esecuzione, anche se con un po’ di ritardo, dove, pur trattandosi di un modestissimo manufatto all’ingresso-uscita dell’ascensore,l’intervento edilizio è pressoché assente, mentre per la sola piazzola di superficie, destinata soltanto al percorso ed alla sosta semplicemente pedonali, è stata necessaria una verifica antisismica del sottosuolo (osservazione già menzionata nel n. 1 di pizzofalcone on line), non ancora espressa!

 

Ma Pizzofalcone è saturo di edilizia e di carichi urbanistici.

Potrà essere compatibile con il “luogo” solo una manutenzione ordinata, di cui è stato già fatto un accenno nel “pezzo” precedente di pizzofalcone on line, finalizzata al monitoraggio continuo della Napoli sotterranea di Pizzofalcone, alla manutenzione generale, ordinaria e straordinaria, in parole povere finalizzata alla conservazione ed alla migliore qualificazione delle proprie caratteristiche storico-culturali dell’intero comparto urbanistico ed edilizio.

 

Quali interventi.

La riconversione della destinazione religiosa della Chiesa dell’Immacolatella, l’ampliamento e l’adeguamento della sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, un serio studio di concentrazione culturale e scientifica per la Nunziatella, e che questo sia non ciclopico ed invasivo per il “sotto” della Napoli sotterranea, fosforescente, rispetti l’impatto ambientale sui versanti a vista “del pizzo di Pizzofalcone”.

Tre punti cardini, comele ditadi una mano che stringonola matita.

Quando il progetto si forma nella mano.Si disegna con la matita, la matita che ragiona nella mano di chi progetta, competente, perché pensa quando scorre sul foglio, non è solo punta di grafite. Tanto meno il freddo ed inconsapevole pennino di un plotter.

 

La mano invisibile che Adam Smith coniò per lo sviluppo dell’economia?

Forse è un’altra storia di questa storia.Vale la pena approfondirla.