pizzofalcone 2020 n. 5

LA ZISA

La Zisa è il nome di un fantastico palazzo normanno che si trova a Palermo.

Il suo nome viene dall’arabo “Al-Azīz,”, cioè “il glorioso”, ovvero “lo splendido”, il palazzo reale di Guglielmo I, fondato nel 1165 e poi completato dal figlio Guglielmo II, con parco rigoglioso di alberi da frutto, bacini d’acqua, fino ad estendersi addirittura per chilometri fuori dalle mura.

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Non solo un eccezionale esempio di architettura islamico-fatimide. Ne parleremo più diffusamente in seguito. Ma qui, oggi, è citato perché al suo interno trova il significato storicamente più rilevante delle radici della nostra Europa. Prima ancora di Ventotene, di cui il giornale ha già descritto tutte le fasi del progetto europeo. Oggi tanto discusso e sempre più criticato. Non proprio favorevolmente.

All’interno del palazzo, detto più brevemente “la Zisa, ha sede la testimonianza della vera essenza della civiltà mediterranea. Menzionata come “Epigrafe Quadrilingue”, la lapide marmorea di forma esagonale irregolare, rappresenta il ricordo di Anna, la madre del prelato Grisanto che da Guglielmo I fu incaricato di soprintendere alla costruzione del Palazzo.

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La piccola lapide non è da molti conosciuta. Forse sarebbe utile riflettere su quelle incisioni. Forse sarebbe bene pensare che non bisogna cercarle altrove, le nostre radici. Sono in casa nostra. Si legge bene chi l’ha fondate. Forse non bisogna estirparle. Non è solo “il Sud” che naufragherebbe, ma tutta la nostra dignità.

n.s.