pizzofalcone  2020  n.4

SETTE  MESI  DOPO

Napulitanamente con Dora Cartella

Io e la pandemia…

Sono ormai trascorsi 7 mesi dall’ inizio, 7 mesi volati nella loro staticità, 7 mesi vissuti come su di un’ altalena… su e giù, poi ancora su e di nuovo giù,  tra la paura di sprofondare e l’ ansia di una rinascita; tra amare riflessioni e forzato ottimismo.

Più mi confrontavo con il mondo, più si ampliava intorno a me l’orizzonte e più cresceva il senso di smarrimento: nessuna direzione precisa su cui orientarmi, nessun elemento consolatorio… solo il vuoto.

Gli abbracci dei figli, le carezze dei nipoti, i pranzi domenicali a cui tanto tenevo sono improvvisamente venuti a mancare; mi sentivo perduta ma, alla fine, la perdita di quei contatti si è trasformata positivamente in certezza che un giorno sapranno tutti cavarsela… anche senza di me.

Mi affaccio al balcone… guardo le stelle… osservo le case, i palazzi, i loro profili contro il cielo infinito e tento di sbirciare attraverso i vetri delle finestre da cui si intravedono le vite e sento vivi quei fili lontani misteriosi e fortissimi che ci legano gli uni agli altri nelle gioie, nei dolori, nelle difficoltà economiche, nel desiderio di vittoria.

Un paesaggio umano di uomini e donne che come me, come te, lottano ogni giorno contro l’incertezza non priva di angoscia.

Tutto sommato il Covid mi ha insegnato a sorridere dei fallimenti, ha trasmesso in me quella leggerezza d’ animo che fa diventare una tuta da ginnastica un abito da sera, che trasforma in profumato pane e fragranti biscotti un mezzo pacco di farina, che mi spinge a ballare per casa al ritmo delle antiche e coinvolgenti “tamurriate”.

Siamo figli del dopoguerra, noi; abbiamo vissuto la miseria, l’asiatica, il colera… siamo temprati…

Ma i giovani? I bambini? Abituati al benessere!

Quanta tenerezza provo nel vederli senza mascherina baciarsi seduti su una panchina! Si sentono invincibili! Padroni del mondo!

Ai tanti momenti di necessario ottimismo (o forse rassegnazione?) subentrano oggi che la situazione sembra degenerare momenti di nuovo timore; ed allora è necessario abbandonarsi al Sogno e alla Creatività.

Natale… Saremo tutti rinchiusi nelle nostre case? Forse…

E così uno dei miei babbo Natale ha fatto stasera la prima apparizione in sala per la gioia dei nipotini… “ Carpe diem”; “ Chi vuol essere lieto sia, di domani non c’ è certezza”; “ ‘A vita è ‘ nu muorzo”

E da tempo ho comprato una tenda tutta di lucine minuscole con cui ho coperto una finestra e la stanza è diventata la Reggia della favola più bella: la mia Vita.

Una Vita trascorsa tra i raggi di sole e la penombra dei “vichi”, resa allegra e vivace dai panni alle finestre stillanti miseria; un viaggio particolare, quasi un gioco a nascondino che pone davanti sempre nuove domande, un viaggio dai contorni fantastici, soprattutto perché in questi 7 mesi mi hai fatto dono di audio musicali e di qualche emoticon che hanno alleggerito momenti di tristezza.