LE STANZE DI OTTOBRE 2016

COPERTINA

foto di ZOUHAIR ZURO

Dalla Redazione

La copertina delle stanze di ottobre si ispira alle recenti tragedie che sconvolgono i nostri Appennini, i disastri delle case e quelli della gente, sconvolta e sbandata fra alberghi di fortuna, tende improvvisate, camper della protezione civile.

Zouhair Zuro è ormai quasi di casa. Fissa i colori come pennelli che dai muri rimbalzano nella fantasia.

Case distrutte, muri frammentati, ma anche i sogli della ricostruzione, speranze di colori vorticosi, gocce di pittura come lacrime riconvertite nella certezza di nuove città. Quando finirà la loro nottata?

E la gente sbandata quasi profuga, come i veri profughi che riempiono i bar delle città e dei social media, nei talk show. Essere profughi a casa propria forse aiuta a sperare.

Ottobre anche di Storia. Quella della Patria. Non solo la nostra, anche quella di altre Nazioni che sparavano insieme ai nostri 100anni fa, quando altre vittime della guerra ci ricordano che non solo i soldati giapponesi sopravvissero molto dopo i bombardamenti dei B52 e degli assalti dei marines per rifugiarsi nelle giungle per continuare a combattere contro nemici inesistenti. Nelle rovine di un forte diroccato, un soldato russo sopravvisse alla sua rinascita dopo alcuni anni di isolamento al buio. Morirà il giorno dopo. Tristezza distoria della Storia vicino a noi.

E quegli anni del dopo guerra di un secolo fa sembrano rinascere nelle parole del cuore di chi ce le ricorda (Renato Benintendi, sempiterno accorato e intenso appassionato, ingordo di valori) e del soldato russo (scrive per noi un nuovo “affiliato”, Franco Ressa) e della puntuale invenzione di Vincenzo Muricchio (ce ne parla Marcello Vaccarino, evviva, un altro EX Allievo della Teulié con noi!).

Intanto siamo quasi arrivati “alla fin de la licenza”, nelle Memorie di un addetto militare in Libano, nel ricordo del 1990La guerra dei fratelli (Lucio Martinelli) che coincide, guarda caso!, con certe guerre che, sempre nel Medio Oriente e dintorni, affligge le coscienze di chi non scruta le notizie di tutti i giorni e dimentica le cose di ieri, che sono sempre le cose di oggi, indifferenti e assenti del futile quotidiano. Ma la vera guerra esiste. A Musul e in Afghanistan. E dalle parti dell’Ucraina, dove però non si sa bene…. Fra popolazioni martoriate nei posti più affascinanti del mondo, come nel Paese dei Cedri, il Libano per l’appunto.

Continua il viaggio nella stanza dell’urbs su Pizzofalconecon lo studio di un “cambiamento di rotta” con la metafora di Busto Arsizio a Monte Echia (Nunzio Seminara propone). Ma non è proprio una metafora!

Mentre i viaggi della cultura a Castel Coira (Lucio Martinelli, storico autobiografico di avventure libanesi e viaggiator cortese di una Italia che è sempre bella) e nella poesia del cuore napoletano di Pulicenella(la solita accorata Dora Cartella, ormai un appuntamento fisso con le rimembranze del Golfo partenopeo).

Infine, se dal Canto VII del cantore Galbarosa, sempre più divertente goliarda, si parla dei fatti del Rosso Maniero, Luka Slapak, un figlio di un figlio della casa madre Nunziatella, ci parla nella stanza del pallonettodel suo sport, il triathlon, difficile assai, ma assai meno della pronuncia del suo nome! Piccolo gossip: Luca, e diciamolo in Italiano!, atleta eccezionale, asciutto e nerboruto, è l’esatto contrario del Papà, Stefano Pelliccioni, che il nostro Mimmo D’Angelo e chi vi scrive hanno avuto come compagno di corso, il mitico 1960.

Il pizzingdi questo mese è graffiante. Sarà graffiato siminarion?

A voi una sana e disincantata lettura