PULICENELL’ANNAPUL’

 di Dora Cartella

 

Pulcinella, personaggio vivace  e pittoresco, appartiene a Napoli, come la pizza e  il mandolino.È il riflesso della realtà di Napoli.Si incamminano,  si guardano intorno alla ricerca di lui…attraversano i vicoli, si affannano su perle salite…interrogano la gente: Pulcinella non c è. Si   spostano dai vicoli, dalle zone più popolari e mentre attraversano via Toledo nell’aria, trasportate da un soffio di vento, si diffondono dolci le note di un mandolino…Si lasciano guidare incantati, avanti…Piazza Municipio…Via Chiaia. …San Ferdinando…viaPartenope; la musica diventa più viva, più intensa; in lontananza vedono Castel dell’Ovo.

Foto di Fabrizio Reale

Si avvicinano…seduto su un muretto, con aria canzonatoria, Pulcinella fa loro cenno diavvicinarsi. Mentre stanno per rivolgergli la parola, vengono interrotti…una folla di turisti scesi da un pullman fanno a gara per avvicinarlo; sorridono, vociferano tra loro, agitano le loromacchinette fotografiche…tutti vogliono uno scatto con Pulcinella, diventato un souvenircome tanti altri. Ha un aria triste, ora…nello sguardo, che appena si intravede sotto la maschera, tanta malinconia. Sotto il camiciotto rimborsato in vita le spalle sembrano essersi incurvate, appesantite e rendono più evidente la gobba sulla schiena…

I turisti continuano a sorridere e a scattare foto: abbracciati con lui…con alle spalle il castello…mentre guarda verso il mare.Solo chi lo conosce bene si accorge che ha gettato via la sua aria impertinente, non ha voglia difare il pazzerello…di fermarsi a chiacchierare.Come mai ti sei spostato in questa zona? Perché non ti aggiri tra i vicoli a te cari?È lei che per prima interrompe l’emozione.Pulcinella solleva di poco la maschera e asciuga con la manica del camiciotto una lacrima che scorreva giù, insinuandosi a fatica tra le rughe del volto…È vecchio ormai, ha attraversato tutta la storia di Napoli, l’ha vissuta, l’ha rappresentata,assumendo di volta in volta atteggiamenti diversi.Come ogni servo ha assecondato i padroni…siè finto sciocco o saggio, stupido o furbo, per prendersi gioco di loro e svelarne le ipocrisie.Da buon napoletano,pur cosciente dei problemi propri e di tutta la città,li ha superatisorridendo, ma ora…

“………più passa il tempo è più mi sento confuso, non ho più  voglia di rappresentare il vero spirito del popolo napoletano non ho più la forza di difenderlo dalle ingiustizie e dai soprusi..“Parla con la sua voce stridula e curiosa…non riesce a stare fermo, si muove con saltelli nervosi. …….il popolo napoletano – riprende- sebbene ricco di contraddizioni, nonostante le avversità, hatanta voglia di riscossa…Perché continuano a parlarne male?………..”

Perché anche le classi dirigenti sisono dimenticati di lui? Da solo non posso farcela!I rifiuti tossici sono arrivati dal Nord, la gente muore…la colpa è dei napoletani!Inquinamento ambientale. Le istituzioni sono assenti…i giornali ne parlano…la mozzarella viene penalizzata…lei che non ne ha colpa…Crisi dei rifiuti…Quelli di Napoli sono diversi da quelli delle altre città…I turisti scappano via…Ma scappano via anche quelli che amano Napoli, per esserci nati…Restano solo quelli che ancorahanno voglia di cantare e sognare…

Ed io sono qui a scrutare ogni giorno il Castello dell‘Ovo.Secondo un antica leggenda, il poeta Virgilio nascose nei sotterranei del castello un uovo posto in una caraffa di vetro piena d acqua.L’uovo doveva proteggere il Castello: la sua rottura avrebbe provocato il crollo della fortezza e arrecato sciagure alla città. Ed io vivo ormai osservando il Castello e aspettando ogni anno il miracolo di San Gennaro.

Povera la mia città!…ignorata da tutti…il suo destino dipende da un uovo e da un ampolla colmadi sangue”.Altri turisti giungono…lo trascinano via…lo invitano a mangiare un piatto di spaghetti “ c’ apummarola “,in una delle tante trattorie di cui via Caracciolo è  costellata.

Rimasti soli, in preda alla commozione, si guardano con tenerezza e…si baciano, diventati per magia ventenni…. I loro corpi si fondono, si fondono le loro anime,.., i loro cuori battono, cadenzati dallo stesso ritmo: è passione. Il cielo è diventato grigio, grigia l’ariaschizzechea.Le loro lacrime di felicità si mescolano a quelle del cielo…..Pulcinella si volta indietro proprio in quel momento: accenna un saluto con la mano…Sorride felice.Napoli non morirà mai…fino a quando i cuori basteranno per lei…fino a quando sarà il paese:

addotutt’e-pparoleso’ doce o so‘ amareso’ semp’e-pparoled’ammore “